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Erano i primi Anni ’80 quando Paola Bonzi,  venne a sapere dalla televisione di un gruppo di sostegno dedicato alle donne che si erano recate all’ Ospedale di Varsavia per interrompere la gravidanza.

A differenza degli attivisti del tempo, il loro era un approccio differente: paziente, concreto, riflessivo.

Nell’autunno del 1984 a Milano Paola fonda il primo Centro di Aiuto alla Vita, che a seguito della “Legge 22 Maggio 1978, n.194 – Norme per la tutela sociale della maternità”, può risiedere in un ospedale e lei punta sulla più importante struttura di ostetricia della città, la Clinica Mangiagalli. All’inizio ebbe in dotazione solo una stanzetta umida e scura dietro la Cappella. “Chi vuoi che venga qui?”, le dicevano gli amici. Invece le donne iniziarono a bussare alla porta e ben presto il CAV Mangiagalli divenne un modello a livello nazionale e internazionale, grazie anche al “Metodo di counseling umanistico esistenziale basato sull’ascolto attivo finalizzato a stabilire una relazione di aiuto”, messo a punto da Paola.

Attraverso i microfoni  di  Radio Lombardia Paola, non vedente dall’età di 23 anni e oggi anche Vicepresidente del Comitato Etico della Facoltà di Antropologia alla Università degli Studi di Milano nonché madre di due figli e nonna di 4 nipoti, ripercorre le tappe di questo grandioso progetto che finora ha aiutato a nascere oltre 21.738 bambini. Ecco il video dell’intervista andata in onda martedì 31 luglio 2018 all’interno del programma Live Social, ricca di aneddoti e curiosità, di riflessioni e di storie di una esperienza e di un servizio sociale straordinari.